Bollettino Settembre 2023

Preghiera per le vocazioni

Gesù, che hai compassione della moltitudine che è come pecore senza pastore, suscita nella nostra Chiesa una nuova primavera di vocazioni.

 

Ti chiediamo di mandare: sacerdoti secondo il tuo cuore che ci nutrano con il Pane della tua Parola e alla mensa del tuo Corpo e del tuo Sangue; persone consacrate che, con la loro santità, siano testimoni del tuo Regno; laici che, in mezzo al mondo, ti testimonino con la loro vita e la loro parola.

 

Buon Pastore, rafforza coloro che hai scelto e aiutali a crescere nell’amore e nella santità per rispondere pienamente alla tua chiamata.

 

Maria, Madre delle vocazioni, prega per noi. Amen.

La morte di Cristo, vita del cristiano

Omelia del Venerdì Santo – San Josemaría Escrivá de Balaguer

[…]

Essere cristiani non è un titolo di mera soddisfazione personale: ha il nome – la sostanza – di missione. Prima abbiamo ricordato che il Signore invita tutti i cristiani a essere sale e luce del mondo; facendo eco a questo mandato, e con testi tratti dall’Antico Testamento, San Pietro scrive alcune parole che segnano molto chiaramente questo compito: Voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo conquistatore, per proclamare la grandezza di colui che vi ha fatto uscire dalle tenebre per farvi entrare nella sua luce meravigliosa.

Essere cristiani non è qualcosa di accidentale, è una realtà divina che si innesta nelle viscere della nostra vita, dandoci una visione chiara e una volontà determinata di agire come Dio vuole. In questo modo impariamo che il pellegrinaggio del cristiano nel mondo deve diventare un servizio continuo prestato in modi molto diversi, a seconda delle circostanze personali, ma sempre per amore di Dio e del prossimo. Essere cristiani significa agire senza pensare alle piccole mete del prestigio o dell’ambizione, o a mete che possono sembrare più nobili, come la filantropia o la compassione per le disgrazie altrui: significa andare verso il fine ultimo e radicale dell’amore che Gesù Cristo ha manifestato morendo per noi.

Ci sono talvolta alcuni atteggiamenti che sono il risultato del non saper penetrare il mistero di Gesù. Per esempio, la mentalità di chi vede il cristianesimo come un insieme di pratiche o di atti di pietà, senza percepire il suo rapporto con le situazioni della vita quotidiana, con l’urgenza di occuparsi dei bisogni degli altri e di impegnarsi per rimediare alle ingiustizie.

Direi che chi ha questa mentalità non ha ancora capito cosa significa che il Figlio di Dio si è incarnato, che ha assunto il corpo, l’anima e la voce dell’uomo, che ha partecipato al nostro destino fino a sperimentare la suprema lacerazione della morte. Forse, inconsapevolmente, alcuni considerano Cristo come un estraneo nell’ambiente umano.

[…] Solo se cerchiamo di comprendere l’arcano dell’amore di Dio, quell’amore che arriva fino alla morte, saremo in grado di donarci totalmente agli altri, senza lasciarci vincere dalla difficoltà o dall’indifferenza.

È la fede in Cristo, morto e risorto, presente in ogni momento della vita, che illumina le nostre coscienze, incitandoci a partecipare con tutte le nostre forze alle vicende e ai problemi della storia umana. In questa storia, che è iniziata con la creazione del mondo e che si concluderà con la consumazione dei secoli, il cristiano non è un apolide. È un cittadino della città degli uomini, con l’anima piena di desiderio di Dio, il cui amore comincia già a intravedere in questa fase temporale, e nel quale riconosce il fine a cui tutti noi che viviamo sulla terra siamo chiamati.

La digressione che ho appena fatto non ha altro scopo che far emergere una verità centrale: ricordare che la vita cristiana trova il suo senso in Dio. […]

La liturgia del Venerdì Santo prevede un inno meraviglioso: la Crux fidelis. In questo inno siamo invitati a cantare e celebrare il glorioso combattimento del Signore, il trofeo della Croce, il trionfo di Cristo: il Redentore dell’Universo, immolandosi, vince. Dio, padrone di tutto il creato, non afferma la sua presenza con la forza delle armi, e nemmeno con il potere temporale dei suoi, ma con la grandezza del suo amore infinito.

Il Signore non distrugge la libertà umana: ci ha resi liberi. Per questo non vuole risposte forzate, vuole decisioni che nascano dall’intimità del cuore. E si aspetta che noi cristiani viviamo in modo tale che coloro che ci trattano, al di là delle nostre miserie, errori e mancanze, notino l’eco del dramma d’amore sul Calvario. Tutto quello che abbiamo lo abbiamo ricevuto da Dio, per essere sale che condisce, luce che porta agli uomini la gioia nuova che Egli è un Padre che ama senza misura. Il cristiano è sale e luce del mondo non perché vince o trionfa, ma perché testimonia l’amore di Dio; e non sarà sale se non servirà a salare; non sarà luce se, con il suo esempio e la sua dottrina, non offrirà una testimonianza di Gesù, se perderà ciò che costituisce la ragion d’essere della sua vita.

San Giovanni Paolo II: “Non siate come il giovane ricco rimase con i suoi beni e la sua tristezza”

Messaggio di Papa Giovanni Paolo II per la 26ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

 

 Rivolgo ancora un pensiero speciale ai giovani che frequentano le scuole cattoliche, pur tenendo presente il vasto campo della gioventù cristiana, chiamata a scelte coraggiose di fede, quale che sia il tipo di scuola cui appartiene.

 

A voi che avete la possibilità e la fortuna di crescere in una scuola cristianamente ispirata, dico che la vostra è una condizione privilegiata. La Chiesa investe forze pastorali preziose nella vostra scuola e proprio per questo ha bisogno della vostra collaborazione. Arricchite la vostra intelligenza con lo studio critico e approfondito delle varie discipline. Ciò darà forza alla vostra fede e vi abiliterà per una testimonianza cristiana più efficace di fronte al mondo. Imparate dalla vostra scuola quell’integrazione tra fede e cultura, così difficile da conseguire in un ambiente sociale non sempre penetrato da valori cristiani. Imparate soprattutto a realizzare una sintesi costruttiva tra fede e vita.

 

Troverete molte proposte di vita cristiana nell’ambito della vostra scuola; certamente più che altrove. Sta alla vostra generosità non lasciarle cadere, ma accoglierle in un terreno ben disposto, perché diano frutti salutari. Apritevi alla preghiera e alla Parola che nutre la fede; addestratevi all’esercizio della carità; collaborate alle iniziative di servizio, specie in favore degli «ultimi». Siate testimoni di Cristo di fronte ai vostri coetanei. In questo modo darete vigore alla vostra vita di credenti, sicuri di impegnarvi per una causa grande, e potrete avvertire meglio la voce dello Spirito. E se questa voce vi chiama a un amore più alto e generoso, non abbiate timore.

 

Coraggio giovani: il Cristo vi chiama e il mondo vi attende! Ricordatevi che il Regno di Dio ha bisogno della vostra dedizione generosa e totale. Non siate come il giovane ricco che, invitato da Cristo, non seppe decidersi e rimase con i suoi beni e la sua tristezza (Mt 19, 22), lui che era stato interpellato da un suo sguardo d’amore (Mc 10, 21). Siate come quei pescatori che, chiamati da Gesù, lasciarono tutto prontamente e divennero pescatori di uomini (Mt 4, 18-22).

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